CHI SIAMO

carlo nepi e mario rodolfo terrosi Carlo Nepi e Mario R. Terrosi lavorano insieme dal 1977. La loro collaborazione ha assunto forme e denominazioni diverse nel corso degli anni.
Il loro primo importante lavoro, sul quale di fatto si è costituito il gruppo è stato il recupero dei Magazzini del Sale, all’interno del Palazzo Pubblico di Siena, un progetto complesso, di grande responsabilità, controllato direttamente da Cesare Brandi, il padre della teoria del restauro.
La progettazione e organizzazione di spazi museali e l’allestimento di mostre soprattutto di pittura e scultura, all’interno di edifici storici e monumentali è stato e continua ad essere uno dei filoni tematici su cui il gruppo è maggiormente impegnato.
Nel tempo, hanno allestito mostre nei Magazzini del Sale, in Palazzo Chigi Saracini, nella Chiesa di S. Agostino, nella Pinacoteca Nazionale e nell’ex Spedale Santa Maria della Scala, a Siena; a Palazzo Strozzi e Uffizi, a Firenze; negli spazi dell’antico Spedale di Cremona. Hanno progettato e curato l’allestimento del Museo civico e diocesano di Montalcino, del Museo dell’olio all’interno dell’antica Grancia di Serre di Rapolano.
L’attività progettuale dello Studio Associato, di cui ha fatto parte per molti anni anche Giuliano Manganelli, si è caratterizzato per la varietà notevole di temi affrontati, quasi sempre all’interno di un contesto impegnativo e difficile come è Siena e il suo territorio.
Si tratti di progetti tesi al recupero di edifici storici o della realizzazione di nuove architetture, il confronto è sempre con contesti di grande spessore storico e culturale; quello urbano, con una città di così forte connotazione e tradizione; quello paesaggistico, con un territorio altrettanto costruito e denso di memorie. Un esempio per tutti, per la delicatezza e complessità, è la realizzazione dello stabilimento di compostaggio e selezione di rifiuti delle Cortine (2002) all’interno dello straordinario paesaggio delle Crete, oltre all’impianto di termovalorizzazione, collocato nella campagna tra Poggibonsi e San Gimignano.
Tra gli interventi di trasformazione all’interno del tessuto urbano più antico, nel cuore della città, vanno sottolineati due progetti di recupero: quello di un vecchio cinema (Odeon) trasformato in galleria urbana di negozi e uffici (1991) e quello di un palazzetto (Palazzo Berlinghieri) affacciato sulla piazza del Campo, a lato del Palazzo pubblico, trasformato in uffici comunali (1993). Due interventi impegnativi nei quali la necessità di mantenere forti e rigorosi rapporti, anche formali, con la città antica non ha impedito di introdurre linguaggi e significati contemporanei nella costruzione degli spazi interni.
Anche nel caso di edifici nuovi, progettati o realizzati, risulta sempre evidente il tentativo di legarsi in qualche modo al luogo e alla sua storia, ma contemporaneamente è chiara l’indicazione di una apertura verso altri orizzonti, l’esplorazione di nuovi, molteplici linguaggi. Si tratti di edifici vicini alle mura urbane come il piccolo edificio di residenze e negozi di via Simone Martini (1987) o il complesso multifunzionale di Porta S.Viene, accanto al Fortino di Baldassarre Peruzzi (2011); della sede della Banca di Monteriggioni (1995), degli interventi di edilizia cooperativa nel quartiere di Petriccio e Acquacalda (1996), oppure di quelli di Ruffolo e Cerchiaia (1997), della residenza per studenti universitari nel quartiere di S. Miniato (2000) o del complesso residenziale di via Fiorentina (2005), l’ambizione è sempre quella di lavorare non solo sulla lettura interpretativa del contesto e la specificità del luogo, ma soprattutto alla costruzione di un nuovo paesaggio urbano che dia legittimità al linguaggio dell’architettura contemporanea all’interno della città e del territorio fortemente storicizzati.
Nei progetti più recenti tali attenzioni e temi di ricerca si sono concentrati particolarmente in luoghi di margine della periferia urbana, come i due edifici per uffici e per servizi bancari in località Stellino (2013), il centro per le ricerche biotecnologiche nella zona di Petriccio (2010) o il complesso multifunzionale ex Socini (2014). In ognuno di questi casi la nuova architettura non tende soltanto a completare il tessuto urbano esistente, ma si immette in esso con l’intenzione di provocare un salto di qualità nel diagramma percettivo di lettura della città.
Queste stesse motivazioni sono state alla base dell’edificio-infrastruttura progettato per l’ex area industriale di Bagnoli (2006) pensato per essere una porta urbana d’ingresso al futuro parco da crearsi in luogo delle acciaierie. Vicende burocratiche e politiche hanno portato ad una realizzazione del progetto assolutamente impropria, da parte di altri soggetti.
Attualmente lo Studio è impegnato nella realizzazione di alcuni progetti particolarmente interessanti per ragioni diverse: un complesso multifunzionale destinato a cinema, spazi per benessere e salute e attività commerciali, in una zona immediatamente al di fuori della città antica. Un intervento nel territorio di Montalcino riguardante una cantina per il vino Brunello e una stalla per attività di ippoterapia, un complesso residenziale in luogo di un vecchio edificio scolastico abbandonato che offre l’occasione per riflettere con un nuovo atteggiamento sul rapporto tra architettura e paesaggio agricolo. Infine due interventi di restauro e museografia all’interno di luoghi monumentali, al fine di creare nuovi spazi museali per due Contrade del Palio.
La consistenza della struttura tecnica dello Studio si è modificata nel corso degli anni e in base alla mole dei lavori. Gli addetti con varie responsabilità progettuali, a parte i due soci fondatori, hanno oscillato nel tempo tra 6 e 11 con età comprese tra i 28 e i 45 anni. Ultimamente la Società professionale si è ulteriormente modificata con l’ingresso di tre nuovi soci, le architette Francesca Luccarelli, Silvia Barbetti e Margherita Terrosi, che per molti anni hanno collaborato strettamente ai progetti dello Studio e adesso ne sono titolari a tutti gli effetti .